Rischio idrogeologico e protezione civile: dall’aula al campo

Nell’ambito dell’insegnamento Rischio idrogeologico e protezione civile, quest’anno gli studenti hanno avuto modo di conoscere anche sul campo le due anime del corso, attraverso tre momenti formativi su due giornate

Il 13 Maggio 2022, la mattinata è stata dedicata al mondo della mitigazione del rischio idrogeologico, con una particolare attenzione al mondo degli interventi strutturali. Ci siamo recati a Modena, in corrispondenza della confluenza tra il Tiepido e il Grizzaga nella località Fossalta. Durante il sopralluogo i tecnici della regione hanno illustrato tutto l’iter progettuale per consolidare gli argini del Tiepido (utilizzo di gabbionate metalliche riempite di materiale ciottolare con granulometria grossolana, per facilitare la filtrazione dell’acqua). Ci hanno anche spiegato quanto sono stati innalzati gli argini a seguito dell’esondazione del 2020, quali sistemi di monitoraggio vengono utilizzati, quali sono i progetti futuri relativamente ai “lagoni” che si trovano in sito.

La spiegazione è stata molto completa, partendo dagli studi effettuati in seguito alle esondazioni precedenti e arrivando alle fasi di realizzazione, fornendo anche dettagliati particolari costruttivi. Ci hanno inoltre raccontato tutti quei dettagli e gli imprevisti che ci possono essere dietro il progetto.

 

Nel pomeriggio la visita è proseguita presso l’azienda CAE, ovvero una delle principali imprese nella progettazione, realizzazione e manutenzione di tecnologie per il monitoraggio e l’allertamento multirischio. Un’occasione per approfondire le tematiche delle strategie di difesa non strutturale.

Nella sede sono stati descritti alcuni dei sistemi di monitoraggio realizzati e attualmente in uso in Italia ed è stato mostrato il funzionamento di alcuni pluviometri e altri sistemi di monitoraggio ambientale, come gli igrometri). È stato possibile accedere al campo prove e alle diverse aree dello stabilimento (sala di controllo e supporto, sviluppo del prodotto e test di collaudo, magazzino, e area prove e sperimentazioni) in modo da capire come gli strumenti vengono ideati, realizzati e testati prima di essere immessi in commercio.

Ecco alcuni commenti sulla giornata:

L’esperienza ha permesso non solo di vedere delle realtà lavorative differenti tra loro e strettamente connesse con il percorso in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, ma anche di comprendere quanto sia importante la collaborazione tra diversi enti come l’Autorità di Bacino, la Protezione Civile e le aziende che si occupano di sensoristica e della realizzazione di tecnologie per il monitoraggio di rischi ambientali” (Lodovica)

Un’esperienza interessante, che ha permesso a noi studenti di capire cosa significa praticamente progettare un’opera di difesa idraulica in tutte le sue parti, e di capire come si può gestire una situazione emergenziale” (Gaia)

Entrambe le visite sono state molto interessanti e didattiche, ci hanno permesso inoltre di toccare con mano e vedere dal vivo aspetti e realtà trattate nel corso della nostra carriera didattica ed in particolare nell’insegnamento organizzatore della gita. Vedere di persona alcuni luoghi interessati in passato da eventi di piena, la messa in opera delle varie soluzioni ingegneristiche proposte e rendersi conto delle dimensioni e della mole di sforzi necessari per garantire la sicurezza del territorio è qualcosa che lascia a bocca aperta, specie se a presentare il tutto ci sono persone competenti, che conoscono il territorio e lo vivono tutti i giorni come coloro che ci hanno accompagnato” (Christian)

Non abbiamo tante occasioni in università di fare questo tipo di esperienze, che sono in realtà molto formative. L’uscita è stata anche un’occasione per conoscerci meglio tra compagni di corso e fare gruppo” (Adele)

La giornata non è stata incentrata su un singolo concetto da apprendere, ma ha messo in luce la multidisciplinarità del nostro ambito: come prima cosa abbiamo capito come si può intervenire strutturalmente in una zona soggetta ad alluvioni, poi ci è stata spiegata l’importanza dell’installazione e manutenzione dei sistemi di monitoraggio, fino a infine farci vedere come si tara in laboratorio uno strumento di misura pluviometrico” (Lara)

 

 

Il 28 maggio invece, ci siamo recati presso la sede del Comitato di Coordinamento del Volontariato di Protezione Civile della Città metropolitana di Milano a Peschiera Borromeo, per entrare in contatto con una delle componenti fondamentali del nostro servizio nazionale di Protezione Civile: il Volontariato. Abbiamo potuto approfondire come è impostata l’organizzazione del volontariato di Protezione Civile e scoprire cosa vuol dire essere un volontario attraverso aneddoti e racconti di esperienze dirette. Dopo pranzo, siamo scesi sul campo attrezzati di elmetto, guanti da lavoro e tanta voglia di fare!

Inizialmente abbiamo abbozzato il nostro obiettivo ossia quello di simulare un bypass che ci permettesse di prelevare l’acqua dal lago artificiale dell’Idroscalo per recapitarla in un canale di scarico, in maniera sicura.

Successivamente, ci siamo divisi in due gruppi e con il supporto e la guida dei volontari abbiamo costruito due sistemi di adduzione e restituzione dell’acqua installando le pompe, posizionando il tubo di aspirazione e stendendo la mandata in sicurezza, sia per gli operatori che per i passanti che si godevano un assolato sabato pomeriggio all’Idroscalo.

Anche in questo caso, le opinioni di alcuni studenti:

Ci siamo divertiti molto, ma ci manca ancora tanta pratica per arrivare alle loro velocità operative richieste sul campo. Siamo stati entusiasti e ci siamo stancati fisicamente ma credo che sia la voglia di mettersi in gioco quello che conta!” (Andrea)

È stata un’esperienza importante, intensa e formativa. Mentre lavoravamo sotto il sole di maggio, portando tubi e pompe da 80 chili, non solo abbiamo visto applicate nella più vera pratica operativa le nozioni che impariamo quotidianamente in aula, ma abbiamo compreso che le nostre figure professionali possono fare, per la comunità, molto di più di quello che pensavamo. É stata fonte di ispirazione vedere come possiamo mettere a disposizione le nostre competenze e soprattutto il nostro tempo gratuitamente per la sicurezza del nostro paese”(Sabrina)